giovedì 16 novembre 2006

Il dovere di Israele di scegliere la pace

Il discorso pronunciato in piazza a Tel Aviv dallo scrittore David Grossman

Il ricordo di Yitzhak Rabin è un momento di pausa in cui riflettiamo anche su noi stessi. Quest´anno la riflessione non è per noi facile. C´è stata una guerra. Israele ha messo in mostra una possente muscolatura militare dietro la quale ha però rivelato debolezza e fragilità. Abbiamo capito che la potenza militare in mano nostra non può, in fin dei conti, garantire da sola la nostra esistenza. Abbiamo soprattutto scoperto che Israele sta attraversando una crisi profonda, molto più profonda di quanto immaginassimo, una crisi che investe quasi tutti gli aspetti della nostra esistenza.

Parlo qui, stasera, in veste di chi prova per questa terra un amore difficile e complicato, e tuttavia indiscutibile. Come chi ha visto trasformarsi in tragedia, in patto di sangue, il patto che aveva sempre mantenuto con essa. Io sono laico, eppure ai miei occhi la creazione e l´esistenza stessa di Israele sono una sorta di miracolo per il nostro popolo, un miracolo politico, nazionale e umano; e io non lo dimentico neppure per un istante. Anche quando molti episodi della nostra realtà suscitano in me indignazione e sconforto, anche quando il miracolo si frantuma in briciole di quotidianità, di miseria e di corruzione, anche quando la realtà appare una brutta parodia del miracolo, esso per me rimane tale.

‘Guarda o terra, quanto abbiamo sprecato´ scriveva il poeta Shaul Tchernikovsky nel 1938 lamentandosi del fatto che nel suolo della terra di Israele venivano seppelliti, ragazzi nel fiore degli anni. La morte di giovani è uno spreco terribile, lancinante. Ma non meno terribile è che Israele sprechi in modo criminale non solo le vite dei suoi figli ma anche il miracolo di cui è stato protagonista, l´opportunità grande e rara offertagli dalla storia, quella di creare uno stato illuminato, civile, democratico, governato da valori ebraici e universali. Uno stato che sia dimora nazionale, rifugio e anche luogo che infonda un nuovo senso all´esistenza ebraica. Uno stato in cui una parte importante e sostanziale della sua identità ebraica, della sua etica ebraica, sia mantenere rapporti di completa uguaglianza e di rispetto con i suoi cittadini non ebrei. E guardate cosa è successo.

Guardate cosa è successo a una nazione giovane, audace, piena di entusiasmo. Guardate come, quasi in un processo di invecchiamento accelerato, Israele è passato da una fase di infanzia e di giovinezza, a uno stato di costante lamentela, di fiacchezza, alla sensazione di aver perso un´occasione. Com´è successo? Quando abbiamo perso la speranza di poter vivere un giorno una vita migliore? E come possiamo oggi rimanere a guardare, come ipnotizzati, il dilagare della follia, della rozzezza, della violenza e del razzismo in casa nostra?

Com´è possibile che un popolo dotato di energie creative e inventive come il nostro, che ha saputo risollevarsi più volte dalle ceneri, si ritrovi oggi, proprio quando possiede una forza militare tanto grande, in una situazione di inerzia e di impotenza? Situazione in cui è nuovamente vittima, ma questa volta di sé stesso, dei suoi timori, della sua disperazione e della sua miopia.

Uno degli aspetti più gravi messi in luce dalla guerra è che attualmente non esiste un leader in Israele. Che la nostra dirigenza politica e militare è vuota di contenuto. E non mi riferisco agli evidenti errori commessi nella conduzione della guerra o all´abbandono delle retrovie a se stesse. Non mi riferisco nemmeno agli episodi di corruzione, grandi e piccoli, agli scandali, alle commissioni di inchiesta. Mi riferisco al fatto che chi ci governa oggi non è in grado di far sì che gli israeliani si rapportino alla loro identità e tanto meno agli aspetti più sani, vitali e fecondi di essa; non agli elementi della loro memoria storica che possano infondere in loro forza e speranza, che li incoraggino ad assumersi responsabilità gli uni nei confronti degli altri e diano un qualsiasi significato alla sconfortante e spossante lotta per l´esistenza.

La maggior parte dei leader odierni non è in grado di risvegliare negli israeliani un senso di continuità storica e culturale. O di appartenenza a uno schema di valori chiaro, coerente e consolidato negli anni. I contenuti principali di cui l´odierna dirigenza israeliana riempie il guscio del suo governo sono la paura da un lato e la creazione di ansie dall´altro, il miraggio della forza, l´ammiccamento al raggiro, il misero commercio di tutto ciò che ci è più caro. In questo senso non sono dei veri leader. Certo non i leader di cui un popolo tanto disorientato e in una situazione tanto complessa come quella israeliana ha bisogno. Talvolta pare che l´eco del pensiero dei nostri leader, la loro memoria storica, i loro ideali, tutto quello che è veramente importante per loro, non oltrepassi il minuscolo spazio esistente tra due titoli di giornale. O le pareti dell´ufficio del procuratore generale dello Stato. Osservate chi ci governa. Non tutti, naturalmente, ma troppi fra loro. Osservate il loro modo di agire, spaventato, sospettoso, affannato; il loro comportamento viscido e intrigante. Quando è stata l´ultima volta che il Primo Ministro ha espresso un´idea o compiuto un passo in grado di spalancare un nuovo orizzonte agli israeliani? Di prospettare loro un futuro migliore? Quando mai ha intrapreso un´iniziativa sociale, culturale, morale, senza limitarsi a reagire scompostamente a iniziative altrui?

Signor Primo Ministro. Non parlo spinto da un sentimento di rabbia o di vendetta. Ho aspettato abbastanza per non reagire mosso dall´impulso del momento. Questa sera lei non potrà ignorare le mie parole sostenendo che: "Non si giudica una persona nel momento della tragedia". È ovvio che sto vivendo una tragedia. Ma più di quanto io provi rabbia, provo dolore. Provo dolore per questa terra, per quello che lei e i suoi colleghi state facendo. Mi creda, il suo successo è importante per me perché il futuro di noi tutti dipende dalla sua capacità di agire. Yitzhak Rabin aveva imboccato il cammino della pace non perché provasse grande simpatia per i palestinesi o per i loro leader. Anche allora, come ricordiamo, era opinione generale che non avessimo un partner e che non ci fosse nulla da discutere con i palestinesi. Rabin si risolse ad agire perché capì, con molta saggezza, che la società israeliana non avrebbe potuto resistere a lungo in uno stato di conflitto irrisolto. Capì, prima di molti altri, che la vita in un clima costante di violenza, di occupazione, di terrore, di ansia e di mancanza di speranza, esigeva un prezzo che Israele non avrebbe potuto sostenere.

Tutto questo è vero anche oggi, ed è ancora più impellente. Da più di un secolo ormai viviamo in uno stato di conflitto. Noi, cittadini di questo conflitto, siamo nati nella guerra, siamo stati educati nella guerra e, in un certo senso, siamo stati programmati per la guerra. Forse per questo pensiamo talvolta che questa follia in cui viviamo ormai da cento anni sia l´unica, vera realtà. L´unica vita destinata a noi e che non abbiamo la possibilità, o forse neppure il diritto, di aspirare a una vita diversa: vivremo e moriremo con la spada e combatteremo per l´eternità.

Forse per questo siamo così indifferenti al totale ristagno del processo di pace. Forse per questo la maggior parte di noi ha accettato con indifferenza il rozzo calcio sferrato alla democrazia dalla nomina di Avigdor Lieberman a ministro, un potenziale piromane posto a capo dei servizi statali responsabili di spegnere gli incendi. Questi sono anche, in parte, i motivi per cui, in tempi brevissimi, Israele è precipitato nell´insensibilità, nella crudeltà, nell´indifferenza verso i deboli, verso i poveri, verso chi soffre, verso chi ha fame, verso i vecchi, i malati, gli invalidi, il commercio di donne, lo sfruttamento e le condizioni di schiavitù in cui vivono i lavoratori stranieri e verso il razzismo radicato, istituzionale, nei confronti della minoranza araba. Quando tutto questo accade con totale naturalezza, senza suscitare scandali né proteste, io comincio a pensare che anche se la pace giungerà domani, anche se un giorno torneremo a una situazione di normalità, abbiamo forse già perso l´opportunità di guarire.

La tragedia che ha colpito me e la mia famiglia non mi concede privilegi nel dibattito politico ma ho l´impressione che il dover affrontare la morte e la perdita di una persona cara comporti anche una certa lucidità e chiarezza di vedute, per lo meno per quanto riguarda la distinzione tra ciò che è importante e ciò che è secondario, tra ciò che è possibile ottenere e ciò che è impossibile. Tra la realtà e il miraggio.

Ogni persona di buon senso in Israele – e aggiungo, anche in Palestina – sa esattamente quale sarà, a grandi linee, la soluzione del conflitto tra i due popoli. Ogni persona di buon senso è anche consapevole in cuor suo della differenza tra sogno e aspirazione e ciò che è possibile ottenere alla fine di un negoziato. Chi non lo sa, arabo o ebreo che sia, non è già più un possibile interlocutore, è prigioniero di un fanatismo ermetico e non è quindi un possibile partner. Consideriamo un attimo il nostro partner. I palestinesi hanno scelto come loro guida Hamas che rifiuta di negoziare con noi e di riconoscerci. Cosa si può fare in una situazione simile? Cos´altro ci rimane da fare? Continuare a soffocarli? A uccidere centinaia di palestinesi a Gaza, per la maggior parte semplici cittadini come noi?

Si rivolga ai palestinesi, Signor Olmert. Si rivolga a loro al di sopra delle teste di Hamas. Si appelli ai moderati, a chi si oppone, come lei e me, a Hamas e alla sua strada. Si appelli al popolo palestinese. Non si ritragga dinanzi alla sua ferita profonda, riconosca la sua continua sofferenza. Lei non perderà nulla, e neppure Israele, in un futuro negoziato. Solo i cuori si apriranno un poco gli uni agli altri, e questa apertura racchiuderà in sé una forza enorme. In una simile situazione di immobilità e di ostilità la semplice compassione umana possiede la forza di una cataclisma naturale.

Per una volta tanto guardi i palestinesi non attraverso il mirino di un fucile o da dietro le sbarre chiuse di un check point. Vedrà un popolo martoriato non meno di noi. Un popolo conquistato, oppresso e senza speranza. È ovvio che anche i palestinesi sono colpevoli del vicolo cieco in cui ci troviamo. È ovvio che anche loro sono ampiamente responsabili del fallimento del processo di pace. Ma li guardi un momento con occhi diversi. Non solo gli estremisti fra loro. Non solo chi ha stretto un patto di interesse con i nostri estremisti. Guardi la maggior parte di questo povero popolo il cui destino è legato al nostro, che lo si voglia o no.

Si rivolga ai palestinesi, signor Olmert, non continui a cercare ragioni per non dialogare con loro. Ha rinunciato all´idea di un nuovo ritiro unilaterale, e ha fatto bene. Ma non lasci un vuoto che verrebbe immediatamente colmato dalla violenza e dalla distruzione. Intavoli un dialogo. Avanzi una proposta che i moderati (e fra loro sono più di quanto i media ci mostrino) non possano rifiutare. Lo faccia, in modo che i palestinesi possano decidere se accettarla o se rimanere ostaggi dell´Islam fanatico. Presenti loro il piano più coraggioso e serio che Israele è in grado di proporre. La proposta che agli occhi di ogni israeliano e palestinese sensato contenga il massimo delle concessioni, nostre e loro. Non stia a discutere di bazzecole. Non c´è tempo. Se tentennerà, fra poco avremo nostalgia del dilettantismo del terrorismo palestinese. Ci batteremo il capo urlando: come abbiamo potuto non fare ricorso a tutta la nostra elasticità di pensiero, a tutta la creatività israeliana, per strappare i nostri nemici dalla trappola in cui si sono lasciati cadere?
Proprio come ci sono guerre combattute per mancanza di scelta, c´è anche una pace che si rincorre per "mancanza di scelta". Non abbiamo scelta, né noi né loro. E dobbiamo aspirare a questa pace forzosa con la stessa determinazione e creatività con cui partiamo per una guerra forzosa. Perché non c´è scelta e chi ritiene che ci sia, che il tempo giochi a nostro favore, non capisce i processi pericolosi in cui già ci troviamo.

E più in generale, signor Primo Ministro, forse dovremmo rammentarle che se un qualsiasi leader arabo invia segnali di pace – anche impercettibili e titubanti – lei ha il dovere morale di rispondere. Ha il dovere di verificare immediatamente l´onestà e la serietà di quel leader. Deve farlo per coloro ai quali chiede di sacrificare la vita nel caso scoppi una nuova guerra. E quindi, se il presidente Assad dice che la Siria vuole la pace – per quanto lei non gli creda e tutti noi nutriamo sospetti nei suoi confronti – deve offrirgli di incontrarlo subito. Senza aspettare nemmeno un giorno. In fondo, non ha aspettato nemmeno un´ora a dare inizio all´ultima guerra. Si è lanciato nell´offensiva con tutte le sue forze. Con tutte le armi a disposizione e tutta la loro potenza distruttiva. Allora perché quando c´è un segnale di pace lei si affretta a respingerlo, a lasciarlo svanire? Cos´ha da perdere? Nutre forse dei sospetti nei confronti del presidente siriano? Allora gli presenti delle condizioni tali da rivelare la sua macchinazione. Gli proponga un processo di pace che duri qualche anno e alla fine del quale, se tutte le condizioni e le restrizioni verranno rispettate, gli verranno restituite le alture del Golan. Lo costringa al dialogo. Agisca in modo che nella coscienza del popolo siriano si delinei anche questa possibilità. Dia una mano ai moderati, che sicuramente esistono anche lassù. Cerchi di plasmare la realtà, non di esserne solo un collaborazionista. È stato eletto per questo. Esattamente per questo.

E in conclusione. È ovvio che non tutto dipende da noi e ci sono forze grandi e potenti che agiscono in questa regione e nel mondo e alcune di loro – come l´Iran e come l´Islam radicale – non hanno buone intenzioni nei nostri confronti. Eppure molto dipende da come agiremo noi, da ciò che saremo. Attualmente non esiste grande disparità tra la sinistra e la destra. La stragrande maggioranza degli israeliani capisce ormai – per quanto alcuni senza troppo entusiasmo – quale sarà a grandi linee la soluzione del conflitto: questa terra verrà divisa, sorgerà uno stato palestinese. Perché, quindi, continuare a sfibrarci in una querelle intestina che dura da quasi quarant´anni?! Perché la dirigenza politica continua a rispecchiare le posizioni dei radicali e non quelle della maggior parte degli elettori? Dopo tutto la nostra situazione sarebbe migliore se raggiungessimo un´intesa nazionale prima che le circostanze – pressioni esterne, una nuova Intifada o una nuova guerra – ci costringano a farlo. Se lo faremo risparmieremo anni di versamenti di sangue e di spreco di vite umane. Anni di terribili errori.

Mi appello a tutti, ai reduci dalla guerra che sanno che dovranno pagare il prezzo del prossimo scontro armato, ai sostenitori della destra, della sinistra, ai religiosi e ai laici: fermatevi un momento, guardate l´orlo del baratro, pensate a quanto siamo vicini a perdere quello che abbiamo creato. Domandatevi se non sia arrivata l´ora di riscuoterci dalla paralisi, di fare una distinzione tra ciò che è possibile ottenere e ciò che non lo è, di esigere da noi stessi, finalmente, la vita che meritiamo di vivere.


da "La Repubblica", 5 novembre 2006

giovedì 9 novembre 2006

La "multinazionale" CESNUR

"[La TFP] sostiene la necessità che vengano ricuperati i valori sociali della classe privilegiata, delle famiglie di stirpe elevata, delle famiglie di buon ceppo, per i loro titoli e le loro tradizioni." (Cardinale Bernardino Echevarria Ruiz in Cristianità, gennaio 1996, p. 17)

Rileviamo dal sito http://www.kelebekler.com/ e gradiamo, nel nostro piccolissimo, diffondere. Il documento è lungo, ma ricco di ... "spunti" per riflettere. Buona lettura! [Redazione]


_______________________

Negli Stati Uniti, i think tank neoconservatori (http://www.kelebekler.com/caimani/articoli.htm), dedicati alla trasformazione radicale del mondo attraverso lo studio di questioni militari, culturali, religiose ed economiche, promuovono con successo una cultura basata sulla giustificazione della disuguaglianza e l'assoluta libertà d'impresa, a discapito di tutti gli altri diritti.

Non tutti i think tank della nuova destra internazionale sono però di origine statunitense. Uno ad esempio nasce in Italia: si tratta del CESNUR (http://www.kelebekler.com/cesnur/ita.htm), il "Centro Studi Nuove Religioni", diretto dall'avvocato Massimo Introvigne (http://www.kelebekler.com/cesnur/storia/it00.htm).

Presentandosi pubblicamente come un'associazione apolitica e aconfessionale di ricerca, si tratta in realtà di un'organizzazione militante, ispirata a un'ideologia che si autodefinisce "contro-rivoluzionaria".

Pur essendo diretto da integralisti cattolici, il CESNUR promuove una sorta di ecumenismo tra multinazionali che predicano il liberismo globale; e infatti vedremo come il CESNUR riesce a portare sotto un tetto comune apologeti dell'Inquisizione e sostenitori di Scientology, estremisti cattolici ed esoteristi affiliati a logge massoniche. Si tratta quindi di un esempio notevole di quello che è stato definito il movimento dei "cristianisti" (http://www.kelebekler.com/occ/xisti.htm).

Questo approccio è evidentemente apprezzato dai committenti del CESNUR, se lo stesso Introvigne si vanta di aver "tenuto lezioni o coordinato corsi – fra gli altri – per il Critical Incidents Response Group dell’FBI e per esperti di sicurezza israeliani" (Quarta di copertina di Massimo Introvigne, Osama bin Laden. Apocalisse sull'Occidente, Elledici, Leumann (Torino) 2001).

Il CESNUR è stato fondato a Torino nel 1988. Giuridicamente, esistono un "CESNUR Italia" e un "CESNUR International", entrambi comunque diretti sin dalla fondazione, con mano ferma, dall'avv. Massimo Introvigne. In anni più recenti, il CESNUR ha fondato anche filiali autonome in Francia e negli Stati Uniti.

Il CESNUR definisce se stesso "una rete internazionale di accademici che si occupano di studiare i 'nuovi movimenti religiosi'" con sede a Torino, Italia" e sostiene di essere "indipendente da qualunque gruppo, movimento, denominazione o associazione religiosa". (1)

Sorprende quindi constatare che il CESNUR Italia coincide in tutto e per tutto con un'altra organizzazione politico-religiosa, Alleanza Cattolica (http://www.kelebekler.com/cesnur/storia/it05.htm). Ma le sorprese non finiscono qui: Alleanza Cattolica nasce come ramo italiano - o "consorella" - di un gruppo brasiliano estremamente controverso e fanatico, Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP; http://www.kelebekler.com/cesnur/storia/it10.htm). Sebbene Alleanza Cattolica sia autonoma in termini organizzativi dalla TFP, esso si rifà al "magistero contro-rivoluzionario" dell'eccentrico fondatore della TFP, Plinio Corrêa de Oliveira (http://www.kelebekler.com/cesnur/storia/it11.htm).

Ora, si dichiarano infatti "militanti" di Alleanza Cattolica tutti i principali esponenti del CESNUR Italia, dallo stesso fondatore Massimo Introvigne al suo braccio destro PierLuigi Zoccatelli, per non parlare di Ermanno Pavesi, Andrea Menegotto, Aldo Carletti, Paolo Di Giovanni e Marco Albera. Ma l'intera organizzazione di Alleanza Cattolica opera per promuovere in tutti i modi l'associazione di Massimo Introvigne: ciascun militante dell'organizzazione infatti, nel proprio ambito di attività, sostiene le attività del CESNUR.

"Così militanti di Alleanza Cattolica, con altri, hanno fondato e tuttora animano il CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni." (Massimo Introvigne, La questione della nuova religiosità, 1993, p. 49)


Il Caso CESNUR

Negli Stati Uniti, i think tank neoconservatori, dedicati alla trasformazione radicale del mondo attraverso lo studio di questioni militari, culturali, religiose ed economiche, promuovono con successo una cultura basata sulla giustificazione della disuguaglianza e l'assoluta libertà d'impresa, a discapito di tutti gli altri diritti.

Non tutti i think tank della nuova destra internazionale sono però di origine statunitense. Uno ad esempio nasce in Italia: si tratta del CESNUR, il "Centro Studi Nuove Religioni", diretto dall'avvocato Massimo Introvigne. Presentandosi pubblicamente come un'associazione apolitica e aconfessionale di ricerca, si tratta in realtà di un'organizzazione militante, ispirata a un'ideologia che si autodefinisce "contro-rivoluzionaria". Pur essendo diretto da integralisti cattolici, il CESNUR promuove una sorta di ecumenismo tra multinazionali che predicano il liberismo globale; e infatti vedremo come il CESNUR riesce a portare sotto un tetto comune apologeti dell'Inquisizione e sostenitori di Scientology, estremisti cattolici ed esoteristi affiliati a logge massoniche. Si tratta quindi di un esempio notevole di quello che è stato definito il movimento dei "cristianisti".

Questo approccio è evidentemente apprezzato dai committenti del CESNUR, se lo stesso Introvigne si vanta di aver "tenuto lezioni o coordinato corsi – fra gli altri – per il Critical Incidents Response Group dell’FBI e per esperti di sicurezza israeliani" (Quarta di copertina di Massimo Introvigne, Osama bin Laden. Apocalisse sull'Occidente, Elledici, Leumann (Torino) 2001).

Il CESNUR è stato fondato a Torino nel 1988. Giuridicamente, esistono un "CESNUR Italia" e un "CESNUR International", entrambi comunque diretti sin dalla fondazione, con mano ferma, dall'avv. Massimo Introvigne. In anni più recenti, il CESNUR ha fondato anche filiali autonome in Francia e negli Stati Uniti.

Il CESNUR definisce se stesso "una rete internazionale di accademici che si occupano di studiare i 'nuovi movimenti religiosi'" con sede a Torino, Italia" e sostiene di essere "indipendente da qualunque gruppo, movimento, denominazione o associazione religiosa". (1)

Sorprende quindi constatare che il CESNUR Italia coincide in tutto e per tutto con un'altra organizzazione politico-religiosa, Alleanza Cattolica. Ma le sorprese non finiscono qui: Alleanza Cattolica nasce come ramo italiano - o "consorella" - di un gruppo brasiliano estremamente controverso e fanatico, Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP). Sebbene Alleanza Cattolica sia autonoma in termini organizzativi dalla TFP, esso si rifà al "magistero contro-rivoluzionario" dell'eccentrico fondatore della TFP, Plinio Corrêa de Oliveira. Ora, si dichiarano infatti "militanti" di Alleanza Cattolica tutti i principali esponenti del CESNUR Italia, dallo stesso fondatore Massimo Introvigne al suo braccio destro PierLuigi Zoccatelli, per non parlare di Ermanno Pavesi, Andrea Menegotto, Aldo Carletti, Paolo Di Giovanni e Marco Albera. Ma l'intera organizzazione di Alleanza Cattolica opera per promuovere in tutti i modi l'associazione di Massimo Introvigne: ciascun militante dell'organizzazione infatti, nel proprio ambito di attività, sostiene le attività del CESNUR.



In un messaggio scambiato con lo studioso olandese Anton Hein, Introvigne spiegò qualcosa sul finanziamento del CESNUR. Introvigne si vanta di guadagnare molto dal proprio lavoro (e in effetti secondo un recente articolo su La Stampa risulta tra i dieci massimi contribuenti nella città degli Agnelli) e di essere anche ricco di famiglia; mentre altri importanti contribuenti al CESNUR sarebbero l'avvocato mormone Michael Homer (di cui si parlerà più avanti) e PierMarco Ferraresi,"un professore del Dipartimento di Economia dell'Università di Torino, che viene però da una famiglia benestante ed è un importante azionista nella principale azienda di proprietà della sua famiglia". Introvigne omette di menzionare il fatto che anche Ferraresi è un noto militante di Alleanza Cattolica (si occupa soprattutto della giustificazione ideologica ed economica della proprietà privata in un'ottica che egli definisce - rifacendosi all'autore inglese Colin Clark - di "destra liberista").

Il CESNUR Internazionale (chissà perché non il CESNUR Italia) è riconosciuto come "persona giuridica" dalla Regione Piemonte (con decreto 150-11310). Qualunque sia la sua struttura giuridica, le decisioni vengono prese insieme da un nucleo ristretto di persone:
Massimo Introvigne, avvocato miliardario, militante e dirigente di Alleanza Cattolica e membro del comitato centrale del CCD(2). È anche membro del comitato tecnico scientifico della Fondazione Nova Res Publica, che ha il compito di "arricchire e ampliare l'azione politica di Forza Italia." Ci può aiutare a capire qualcosa della mentalità di Introvigne leggere come la fondazione Nova Res Publica si rifaccia al pensiero dell'ideologo statunitense Michael Novak:
"Novak è una figura straordinaria nel panorama della cultura mondiale…colui che più di ogni altro ha contribuito, nell'ultimo quarto di secolo, a mostrare le comuni radici, il comune presente, ed il comune futuro di cristianesimo e capitalismo."
(citato sul sito di Forza Italia)

Gordon Melton, pastore della chiesa metodista Emanuel United Methodist Church di Evanston, Illinois, negli Stati Uniti. Melton è intervenuto più volte in processi riguardanti Scientology, come testimone a difesa della controversa multinazionale statunitense (nel 1981, ad esempio, in un processo, sostenne la natura "pienamente religiosa" di Scientology, adducendo come prova complessiva della propria competenza in materia il fatto di aver assistito una volta a un matrimonio nel gruppo e a una "cerimonia domenicale"). Per il pastore metodista, la difesa delle organizzazioni più controverse si è trasformata in un mestiere lucrativo: basti ricordare come nel 1995 Melton e un suo amico, James Lewis, riuniti nell'organizzazione "AWARE" o Association of World Academics for Religious Education difesero la banda giapponese Aum Shinrikyo. La setta, che aveva appena compiuto la terribile strage nella metropolitana di Tokyo, pagò gli studiosi in anticipo; e bisogna dire che lavorarono per il loro committente con lealtà. Senza conoscere una parola di giapponese, atterrarono a Tokyo e conclusero, come scrisse James Lewis, che:
Come esperto di religioni mondiali, ero già molto rattristato da gran parte dei resoconti che avevo letto nei media, che demonizzavano senza sosta l'AUM Shinrikyo come un "culto malvagio."
Melton ha scritto diversi libri direttamente commissionati e pagati da vari gruppi, tra cui la Ramtha School of Enlightenment; gli stessi gruppi hanno poi provveduto alla diffusione dei suoi libri. Lo stesso fece anche anni fa la setta di Moon in Italia con un libro di Introvigne.

Eileen Barker, docente inglese, legata da storici vincoli di amicizia al Movimento dell'Unificazione di Sun Myung Moon, il fondatore della famigerata Lega Mondiale Anticomunista. Anche se si tratta ormai di un passato abbastanza lontano, fa comunque una certa impressione constatare che lo studioso tedesco di questioni settarie, il pastore Haack, riuscì a documentare non meno di diciotto "viaggi di studio" della prof.ssa Barker interamente spesati dalla multinazionale coreana.

A questi tre, si affiancano anche:

PierLuigi Zoccatelli, membro in gioventù del gruppo crowleyano "Temple ov Psychick Youth", attualmente però militante di Alleanza Cattolica e impiegato a tempo pieno presso il CESNUR.

Jean-François Mayer, proveniente dalla "Nuova Destra" franco-svizzera, ex-Opus Dei, attualmente di religione ortodossa. Egli lavora come consulente sulla sicurezza per il governo svizzero.

Jean-François Mayer con Eileen Barker
Michael W. Homer, avvocato di Salt Lake City ed esponente di spicco della Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni, meglio nota come la religione dei Mormoni, un'organizzazione molto impegnata nel sostegno agli ambienti politici di destra negli Stati Uniti. Da giovane è stato anche missionario in Italia. Per rendere un po' più complessa la ragnatela del CESNUR, ricordiamo che mentre Melton fa parte del CESNUR Internazionale, Homer dirige invece il piccolo CESNUR USA.

Antoine Faivre, un esoterista francese membro della sezione di scienze religiose della École Pratique des Hautes Études di Parigi, un avamposto della Nuova Destra francese. Egli è editore della rivista Aries. Questa rivista, che oggi si presenta come pubblicazione accademica, nasce in realtà tra gli ambienti esoterici di La Table d’Émeraude e di Archè-Edidit. Faivre è presidente dell'associazione "CESNUR France".

L'avv. Olivier-Louis Séguy è segretario del CESNUR France. Séguy lavora in stretto contatto, anche all'interno del CESNUR Francia, con l'avvocato Jean Marc Florand, è il difensore dei Testimoni di Geova nei processi e ha organizzato in particolare anche i "colloqui" della Società Torre di Guardia presso l'Assemblea Nazionale francese il 26/11/93 e 24/11/95 (vedi L'événement du jeudi-4 del 10/11/96). Florand è un personaggio assai curioso: nel 1996, ha costituito un Observatoire national d'étude sur les sectes, per combattere le commissioni d'inchiesta del parlamento francese sulle sette. Curiosamente, sia Jean-Marc Florand che il suo assistente, Louis-Edmond Pettiti, sono stati tra i dirigenti dell' Association des juristes catholiques, ritenuta molto vicina all'Opus Dei.

Nel 1994, Florand ruppe in maniera inattesa con l'associazione, dedicandosi con grande impegno alla difesa dei diritti e delle associazioni omosessuali. Incredibilmente, mentre scriveva il vademecum giuridico "Homoséxuels, 101 réponses pratiques" (1994), egli pubblicava anche alcuni studi sulla liturgia molto apprezzata negli ambienti lefevriani da lui frequentati (L'Âge d'or de la chasublerie, 1992). Per completare un quadro già poco chiaro, diciamo che il giornalista Serge Faubert ("Les cathos au secours des sectes", L'Evenement du jeudi, 13-19 giugno, 1996), di solito molto ben documentato, sostiene che sia Séguy che Florand hanno partecipato per anni a conferenze organizzato dal partito xenofobo Front National. Non sorprende trovare il duo Séguy - Florand elogiato su un sito di Scientology.

Il terzo dirigente del CESNUR Francia è il Prof. Roland Edighoffer (Università di Parigi-III-Sorbonne-Nouvelle), anche lui editore di Aries. Edighoffer è un noto studioso di storia massonica, molto apprezzato negli ambienti delle logge più tradizionaliste.

Che senso ha il CESNUR?

Tutto questo elenco di avventurieri coinvolti in mille faccende altrettanto strane, sembra talmente complesso da indicare solo che il CESNUR non è ciò che pretende di essere. Ma che senso hanno le sue attività?

Una cosa che sembra emergere è una convergenza di interessi, all'origine molto diversi. Da una parte abbiamo un progetto originario, sviluppato negli ambienti di una sedicente "destra contro-rivoluzionaria" cattolica italiana, che però si allarga anche ad altri settori, da alcuni veri e propri "mercenari della ricerca" del mondo anglosassone a una Nuova Destra francese con caratteristiche abbastanza diverse.

Per quanto riguarda l'area francese, si tratta di individui che gravitano tutti in un'area tipicamente francese, che cerca di conciliare estremismo di destra, integralismo cattolico e tentazioni esoteriche; un'area certamente vicina alle logge più conservatrici.

Secondo la rivista Faits & Documents (n. 27, 15.5.97, p. 5), abbastanza addentro a tali ambienti, tutto il direttivo del CESNUR - Faivre, Séguy ed Edighoffer non sarebbero solo studiosi della Massoneria, ma essi stessi membri della Grande Loge Nationale de France. Questa loggia di tendenza mistica e conservatrice è l'unica a essere riconosciuta dalla frammassoneria anglosassone richiede ai propri aderenti una dichiarazione di fede assoluta in un "dio rivelato" ed espelle i membri che frequentino logge che accettano atei o donne. La loggia si era quasi estinta negli anni '60, con il ritiro del personale militare statunitense dalla Francia, ma si è ripresa anche grazie a notevoli aiuti economici provenienti dagli Stati Uniti. Almeno fino ai numerosi scandali che nel 1999 hanno travolto questa "loggia degli affari", la GLNF è stata l'obbedienza massonica con il maggior numero di aderenti.

In ogni caso, Antoine Faivre ha collaborato - e secondo Faits & Documents anche diretto l'organo ufficiale della GLNF, Les Cahiers de la Loge Villard de Honnecourt. Certamente, sulla propria pagina Internet, il massone Patrick Negrier della GLNF, studioso di patristica presso un'abbazia benedettina (notiamo anche qui l'inattesa congiunzione di elementi apparentemente discordanti), si vanta di aver organizzato un convegno per commemorare l'autore ed esoterista Serge Hutin, con la partecipazione di "eminenti filosofi, esoteristi e massoni" quali Marie-Magdeleine Davy, Antoine Faivre, Roland Edighoffer, Jacques Fabry, Robert Amadou, René Alleau, Jean-Pierre Bayard.

Il terzo elemento che caratterizza il CESNUR ci porta nel mondo del "neoconservatorismo" statunitense, che Introvigne - da sempre interessato agli Stati Uniti - indica da anni come il modello per la creazione di una destra europea. Un modello forse meno romantico di quello dei crociati sognati da Plinio Corrêa de Oliveira o dei sogni esoterico-indoeuropei di certi francesi, ma infinitamente più efficiente, e che si fonda sull'alleanza tra molte imprese religiose e molte imprese economiche, che hanno come principali nemici la laicità dello Stato.

Questo spiega il problema fondamentale, che in Italia lascia sempre perplessi: come mai il CESNUR, pur essendo espressione di un movimento cattolico estremista, si batte strenuamente contro quelli che Introvigne etichetta collettivamente "movimenti anti-sètte" (dall'americana A.F.F. all'italiano CICAP (3) , che accusa di farsi portavoce di "intolleranza religiosa", di metodi di intervento barbarici ("deprogrammazione") e di teorie facenti perno sul "lavaggio del cervello". Si tratta in gran parte di accuse false - ad esempio in Italia non vi sono mai state "deprogrammazioni", negli Stati Uniti non se ne fanno più da decenni; l'etichetta di "lavaggio del cervello" fu introdotta negli anni '50 per descrivere situazioni estreme di coercizione fisica e oggi non si usa più.

Il CESNUR si accanisce in particolare, a volte - come si potrà vedere dagli articoli in questo sito, anche con evidenti menzogne - contro le testimonianze di ex-membri di gruppi "settari".

L'Avvocato Introvigne Massimo Introvigne - tutt'ora a capo dell'organizzazione - quale esercita la professione presso lo studio Jacobacci & Perani (4) come procuratore legale specializzato in materia di brevetti e diritto d'autore. Fino all'apertura del nostro sito, si è spesso presentato come "professore" e "sociologo". In realtà dal 1994 egli insegna per una settimana all'anno all’Ateneo Regina Apostolarum di Roma, ente privato dei "Legionari di Cristo", sprovvisto del titolo di "Università pontificia" (5), un incarico da cui sembra sia stato gentilmente estromesso un paio di anni fa.

In precedenza, egli aveva anche insegnato per due anni in un Istituto di Scienze Religiose di Foggia, diocesi di Mons. Giuseppe Casale, fino a qualche tempo prima Presidente del CESNUR, che però sembra aver chiuso completamente i rapporti con l'organizzazione.

Tradizione, Famiglia e Proprietà

Alleanza Cattolica, come abbiamo detto, si vanta di rifarsi al "magistero" di Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), "un uomo di fede, pensiero e azione", leader spirituale di T.F.P., Tradizione, Famiglia e Proprietà, attiva in "25 paesi e 6 continenti".

La T.F.P., che ha subito recentemente una scissione, è uno dei movimenti più estremisti mai sorti in America Latina, promotore di una "crociata" latifondista a scapito della riforma agraria in Brasile. Il suo fondatore si presenta come "il principale filosofo" di tale dottrina e autore di "15 libri e oltre 2500 saggi e articoli", nei suoi scritti - che spaziano da Rivoluzione e Contro-Rivoluzione a La Chiesa nello Stato Comunista. L'impossibile Coesistenza - invoca apertamente l'instaurazione di un regime mondiale 'cristiano' basato sulla repressione e su una gerarchia di tipo medievale.

"La santa schiavitù alla Madonna [...] - Questa consacrazione è di una mirabile radicalità. Essa comprende non solo i beni materiali dell'uomo, ma anche il merito delle sue buone opere e preghiere, la sua vita, il suo corpo e la sua anima. Essa non ha limiti, perché lo schiavo, per definizione, non ha niente di suo. In cambio di questa consacrazione, la Madonna agisce nell'interiorità del suo schiavo in modo meraviglioso, istituendo con lui un'unione ineffabile" (Plinio Corrêa de Oliveira, La devozione mariana e l'apostolato contro-rivoluzionario, in Cristianità, organo di stampa di Alleanza Cattolica, nov.- dic. 1995, p. 15.)

L'organizzazione T.F.P. è stata più volte tacciata di essere un "culto" da quanti oggi Introvigne congederebbe come "movimenti anti-sètte" ostili all'esperienza religiosa, sebbene in passato, pochi anni prima della fondazione del CESNUR, abbia espresso con una certa intensità preoccupazioni analoghe a quelle avanzate da questi ultimi (6), che oggi al contrario ridicolizza e combatte.

"Durante la 23.a assemblea plenaria dei Vescovi brasiliani, essi hanno approvato una nota riguardante 'La Società Brasiliana per la difesa della Tradizione, della Famiglia e della Proprietà' consigliando i cattolici di non affiliarsi alla suddetta Società […]. Il suo carattere esoterico, il suo fanatismo religioso, il culto riservato alla personalità del suo fondatore e alla madre di quest'ultimo […] non possono assolutamente ottenere l'approvazione della Chiesa" (Osservatore Romano del 07.07.85, p. 12, n. 408, ed. settimanale in lingua spagnola, cit. Tradizione Famiglia Proprietà: Associazione cattolica o sètta millenarista?, Rimini 1996, frontespizio)

Nel 1984 la T.F.P. è stata messa fuorilegge in Venezuela, tacciata da una commissione parlamentare istituita allo scopo di essere una "sètta [...] di estrema destra [...] che distorce le menti dei giovani, trasformando i propri membri in fanatici e lavando loro il cervello".

"Almeno in Brasile, la sètta TFP mantiene una struttura paramilitare di monaci-guerrieri, chiamati le 'sentinelle dell'Occidente', che passano attraverso un duro addestramento paramilitare e indossano un abito con una catena come cintura (imparano a usarla come arma), alti stivaloni militari, fanno voti di silenzio e praticano regolarmente la flagellazione. Questo 'esercito' è composto da giovani piuttosto fanatici e violenti." (Pepe Rodríguez, El poder de las sectas, 1989, Ediciones B. pp. 233, 245, 246)

Negli anni immediatamente successivi a queste condanne alla T.F.P., Massimo Introvigne ha fondato il CESNUR, dando avvio a una frenetica attività pubblicistica, spesso sulle pagine dell'organo di stampa ufficiale di Alleanza Cattolica "Cristianità" (nella rubrica "La Buona Battaglia"), associandosi ai noti J. Gordon Melton ed Eileen Barker nel divenire in breve tempo uno dei massimi apologeti dei culti su scala mondiale. Ma la malasorte ha voluto che recentemente la stessa T.F.P. venisse inserita in una lista di "sette" redatta dal Parlamento francese. "Gli eminenti leaders della Nuova Destra americana Paul Weyrich (sinistra) e Morton Blackwell (centro) insieme al presidente della T.F.P. statunitense John Spann" (Bollettino delle 15 TFP, n. 6)

NOTA: Si consiglia in particolare la lettura del dossier "Tradizione Famiglia Proprietà - Associazione cattolica o setta millenarista?", disponibile a http://www.kelebekler.com/cesnur/txt/tfp01.htm

Sul rapporto tra Introvigne e i Testimoni di Geova, si veda anche "La Società Torre di Guardia smercia i libri di Introvigne" (http://www.kelebekler.com/cesnur/txt/introwts_it.htm)

Miguel Martínez

Riferimenti:

(1) Questa e le successive, dal documento programmatico dell'associazione - vedi il sito ufficiale del CESNUR

(2) Materialien zur Konferenz Streitfall Neue Religionen Internationale Tagung, Marburg/Lahn, 27. bis 29. März 1998 Veranstalter: CESNUR - Center for the Study of New Religions, Turin; REMID - Religionswissenschaftlicher Medien- und Informationsdienst e. V., Marburg

(3) Organismo di ricerca e di informazione, equivalente italiano del C.S.I.C.O.P., Committee for the Scientific Investigation of Claims of the Paranormal

(4) Studio legale Jacobacci & Perani, vedi qui. Stranamente, il dott. Introvigne non risulta iscritto all'Albo degli Avvocati di Torino

(5) Da una nota firmata da Sua Ecc. Mons. Michael L. Fitzgerald, Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, prot. n. 2291/96, Città del Vaticano

(6) Rif. http://www.kelebekler.com/cesnur/txt/test1.htm