martedì 5 luglio 2005

Riflessioni sulla malattia

Ieri sera ho a lungo conversato, grazie a Skype, con un amico che vive in Sicilia il cui padre era stato da pochi giorni trasferito in un centro riabilitativo per patologie neurologiche. Trasferito dopo essere stato ricoverato d'urgenza nel novembre scorso nell'unità di rianimazione ed avervi soggiornato per sette mesi!

Riflessione # 1. Qualcuno riesce a immaginare cosa significhi per un uomo essere completamente paralizzato in un letto per sette mesi? Taglio in gola con tubo per respirare, gommini e fistole per ogni dove, alimentazione con accesso diretto allo stomaco, evacuazione provocata, impossibilitato a parlare, a esprimere emozioni, a dormire. Sette mesi.

Riflessione # 2. La medicina ha fatto passi da gigante, riesce a leggere nella più recondita intimità molecolare, usa farmaci selettivi. Quest'uomo ancora non ha una diagnosi, e ovviamente non ha una prognosi. Medici e scienziati che in tutto il mondo state "procreando", come mai milioni di persone si trovano, ora, in un letto senza che alcuno sappia dire loro come andrà a finire?

Riflessione #3. L'uomo, da quando popola la Terra, ha mostrato di gradire la sua vocazione alla guerra, alla distruzione. Quanti altri millenni dovranno passare prima che le malattie possano essere davvero curate e sia assicurato a tutti il diritto a una esistenza terrena dignitosa?

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