venerdì 14 aprile 2006

DOVE SOFFIA IL VOTO DEL NORD

Il voto dell’Italia del Nord, l’Italia ricca, è andato massicciamente a Berlusconi, percentuali bulgare in alcune province del Veneto, adesioni forti persino nel Piemonte provinciale, cioè in quanto di più lontano esiste dal berlusconismo caciarone e bugiardo.

L’Italia ricca, l’Italia moderata compatta in difesa dei suoi privilegi, dei suoi soldi. Una sorpresa? Ma no, una scelta che si ripete tutte le volte che sono in gioco gli interessi, i privilegi, i soldi dell’Italia borghese e moderata. Un voto conservatore più provinciale che metropolitano, con aspetti diversi: ora fascista, ora clericale, ora manageriale o finanziario, ma sempre con lo stesso immutabile obiettivo: la difesa dei ricchi, compresi i poveri che si sentono ricchi.

Dico gli italiani poveri che si sentono dei potenziali Berlusconi: se ha fatto i miliardi lui, perché non posso farli anche io? Il voto che negli anni Venti ha preferito il fascismo alla democrazia, il voto che negli anni Quaranta si è rifugiato sotto lo scudo democristiano. Sorpresa?

Sorpresa per chi pensa a un’Italia diversa, a una borghesia diversa, non per chi conosce o dovrebbe conoscere sia l’Italia ricca e la sua classe dirigente, sia l’Italia povera ma desiderante, l’Italia che applaude Mussolini, il fondatore di un impero inesistente o comunque già dentro la sua dissoluzione, l’Italia della «zona grigia» che appena uscita dalla rivelazione della sua pochezza si ricompatta in difesa del suo primato.

Il 25 aprile del ’45 noi partigiani di “Giustizia e Libertà” scendemmo sulla città di Cuneo sicuri che fosse la nostra roccaforte: avevamo organizzato e diretto la guerra di liberazione e con noi c’era quasi al completo la gioventù della provincia. Vennero le elezioni e fummo cancellati dal trionfo democristiano, cioè dal trionfo del moderatismo, cioè dalla difesa dei soldi, di chi li aveva o di chi ragionava come se li avesse. Una sorpresa? Non direi, si tratta di sorprese che si ripetono.

I Bixio, i Medici del Vascello passano regolarmente dal Garibaldi in camicia rossa e dalla sua rivoluzione contadina ai generali di Casa Savoia, il socialista rivoluzionario Mussolini dal rosso al nero con marcia su Roma alla testa dello squadrismo agrario. Misteriose combinazioni di cause e concause su cui gli storici si affanneranno invano per capire, per spiegare, ma alla resa dei conti la storia è sempre la stessa.

È una sorpresa che il Nord ricco sia rimasto fedele a Berlusconi, anche se i borghesi ben perben avevano orrore dei suoi gusti, delle sue gaffe, del suo modo di vivere, di essere? Ma quale sorpresa? Avete letto sui giornali le retribuzioni dei manager e del finanzieri nel quinquennio berlusconiano? Non sono mai state così alte come durante il regime sovversivo e bugiardo delle grandi opere e della grande corruzione.

Non deve essere berlusconiano il voto quel manager Fiat che guadagna in un anno più di un miliardo di Euro, o di quello specialista in gallerie che ha quadruplicato in tre anni berlusconiani il capitale delle sue aziende? Certo, la conosciamo la borghesia dell’Italia ricca, conosciamo gli alto medio e piccolo borghesi civilissimi, colti e lontanissimi, come modo di essere, da Berlusconi, ma nella difesa del soldi come lui tenaci, come lui intransigenti. E conosciamo quelli che si sentono ricchi, che desiderano essere ricchi anche se non lo sono.

A ben guardare il ruolo di Berlusconi non è stato diverso da quello di Mussolini o di Masaniello, il ruolo del sovversivo che smuove le acque, moltiplica l’anarchia, fa un po’ di teatro perché intanto i costruttori di immaginari ponti sugli stretti, di ferrovie ad alta velocità che distruggono quel poco che resta del territorio, di Fiere campionarie senza strade di accesso si divorino quel che resta del mondo.

Melanconie, tristi fissazioni di un utopista fallito? Da una recente indagine sullo stato della Italia ricca, quella che ha votato Berlusconi, risulta che buona parte del territorio è stato cementificato, non produce più alimenti, non consente più lo scolo delle acque e la raccolta del rifiuti, non permette più una vita decente nelle città, sicché avviene l’e sodo all’inverso di chi ci era arrivato dalla campagna... e ora ne fugge.

Questa Italia sempre più ricca e sempre più sovversiva e autolesionista che ha votato Berlusconi e magari già lo rimpiange.


Giorgio Bocca, La Repubblica 13.4.06

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Perchè ogni tanto, per par condicio, non citate qualcosa di Renato Farina o di Antonio Socci.. giusto per non dare l'impressione che siete di parte. Potrebbe essere un buon inizio..
Ciao
Carlo, Roma

Anonimo ha detto...

Caro Signor Carlo (e cari i nostri pochi affezionati visitatori),

in carenza di idee nostre - i contenuti del sito dovrebbero comunque bastare -, ci permettiamo di immettere sporadicamente i 'pezzi' che ci vengono segnalati.

Lasciamo che siano gli Amici a scegliere per noi, e a proporre. Socci? Farina? Messori? ... mandateci alcuni spunti, non cestiniamo nulla e nessuno.

Sull'essere politicamente 'di parte', ... be', crediamo che i più imbarazzati (almeno da cinque anni in qua) siano proprio quelli con "il cuore a destra".

Un saluto e un rinnovato augurio di Buona Pasqua.